TESI DI LAUREA Giulia Campi – L’inadempienza scolastica a Livorno dal punto di vista delle associazioni di volontariato.
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Tesi-Giulia-Campi-triennale-dispersione-scolastica
ABSTRACT
L’obiettivo della tesi è stato quello di indagare ed esplorare il fenomeno della dispersione scolastica, una realtà ancora molto presente nella città di Livorno e spesso trascurata. Il Disagio Scolastico è il primo fenomeno tangibile e visibile di difficoltà presentata dal minore, che si affaccia a diventare un adolescente, dal quale può scaturire o evolversi la dispersione o l’abbandono scolastico. Quest’ultimo fenomeno coinvolge i ragazzi di varie età ma soprattutto gli alunni che frequentano le scuole medie e\o il biennio della scuola secondaria superiore, gli immigrati di seconda generazione o figli di famiglie poco abbienti e svantaggiate.
Il punto di osservazione che si è scelto è quello delle associazioni di volontariato presenti sul territorio livornese che si occupano di recupero scolastico ed in particolare: l’associazione “Don Nesi Corea ”, l’associazione “Progetto La Strada Cantiere Giovani” e l’associazione “SVS. Nati per Comunicare”. Recarsi proprio all’interno delle associazioni e parlare con chi ogni giorno tocca con mano situazioni “particolari” di disagio ha permesso di comprendere a pieno quanto difficoltoso sia quotidianamente occuparsi di questo fenomeno con le poche risorse disponibili che sono fornite dai servizi territoriali.
Le interviste condotte con i responsabili delle tre associazioni hanno fatto emergere aspetti a nostro giudizio rilevanti, mostrando luci ed ombre di un lavoro molto impegnativo. Con le poche risorse a loro disposizione, le associazioni cercano di colmare le lacune del sistema scolastico ma non sempre riescono a rispondere alla domanda di sostegno scolastico che gli proviene dal territorio. Il lavoro svolto dai volontari o dagli operatori con i ragazzi spesso non è sufficiente, infatti anche chi riesce ad iscriversi e viene supportato nello svolgere i compiti scolastici, terminato il percorso all’interno dell’ODV mantiene delle difficoltà poiché le associazioni si occupano principalmente dei compiti per il giorno successivo non insegnando al singolo ragazzo, per mancanza di tempo, di spazi e di personale, un metodo di studio appropriato che possa diventare proprio del singolo alunno. Altro aspetto critico emerso è l’insufficiente collaborazione tra le associazioni stesse. La condivisione di risorse disponibili permetterebbe ad esempio di cogliere maggiori opportunità di finanziamento (quali i bandi CESVOT) e gli utenti potrebbero, una volta terminato il percorso in un’associazione ad esempio per limiti di età, entrare a far parte di un’altra, continuando così a ricevere un aiuto utile e concreto.
Il lavoro svolto ha tentato di far emergere le varie caratteristiche positive e negative delle ODV cercando di trovare delle innovative possibili soluzioni al fenomeno.